Daiwa CN-901VN: un wattmetro "professionale"

Avevo bisogno di un wattmetro direzionale da lasciare inserito sulla linea che alimenta la mia antenna collineare per VHF ed UHF senza impegnare il mitico Bird 43 che necessiterebbe dell'impiego di diverse sonde per poter operare sulle due gamme.

Ricerco in rete e trovo un wattmetro direzionale fabbricato dalla Daiwa, storico marchio di strumenti radioamatoriali di fabbricazione giapponese, che, qualche decennio fa, associavo a prodotti di ottima fattura e prestazioni.
Lo strumento appartiene alla linea di prodotto "Professional Series" e nei confronti del quale diversi OM e qualche sito americano si sperticano nelle lodi.

 

Dal una valutazione esteriore promette proprio bene; connettori N, uno strumento ad aghi incrociati con lettura a specchio della potenza diretta ed un bel contenitore in lamiera d'acciaio dotato di paracolpi di gomma laterali che trasmettono una rassicurante sensazione di robustezza.

Appena collegato in linea mi è subito saltata all'occhio l'anomala riflessione sui 432 MHz, ritenevo l'antenna ben adattata e, sommando l'attenuazione del cavo, mi aspettavo di leggere un ROS veramente basso: ho subito collegato l'antenna al mio Agilent 8753ES avendo conferma della lettura errata del Daiwa.

Metto allora il CN-901V sotto gli strumenti per capire come stessero effettivamente le cose e raccolgo in ordine le risultanze delle prove in un documento disponibile al link seguente: 


Le prestazioni sono davvero scadenti e le letture di riflessa in UHF sono prive di significato. 
Decido allora di aprire la scatola e violare il sigillo dell'accoppiatore direzionale, un'etichetta rossa con scritta in inglese ed in giapponese l'avvertenza di non aprire; appena aperto il contenitore ho capito che il sigillo stava li semplicemente per impedire al proprietario di capire che avesse preso la fregatura.
Il circuito stampato è stato disegnato a mano libera, reca importanti residui di saldatura (sia in termini di disossidante, sia di palline di stagno in giro per la scatola) e la "calibrazione" dei rami dell'accoppiatore è realizzata variando la posizione spaziale delle resistenze di terminazione che hanno terminali molto lunghi.

Decido di scrivere al fabbricante in Giappone contestando la cattiva progettazione/realizzazione del prodotto, il fatto che gli accoppiatori non fossero più direttivi e pertanto le letture di potenza riflessa UHF fossero prive di significato. Mi rispondono dicendo che era colpa mia che avevo violato il sigillo ed inficiato l'accurata calibrazione effettuata da loro con strumenti di precisione e da personale specializzato. Rispondo ribadendo che non era un problema di fabbricazione ma di progettazione ma non c'è miglior sordo di chi non vuole sentire.
Ho quindi concluso che è caduta una stella: la storica giapponese Daiwa ha soltanto conservato il marchio delegando tutti ai cinesi, progettazione inclusa.

Mi sono rimboccato le maniche ed ho studiato una modifica che rendesse fruibile lo strumento; ho pubblicato tutto ed in inglese sui più noti forum di elettronica e radioamatore in modo da condividere la mia esperienza con la platea più vasta possibile.
Sono facilmente raggiungibili cercando in rete "Daiwa CN901V issues", per esempio quelli di EEVBLOG sono ai link seguenti:


nonchè scaricabili in pdf a questi link: 

Un'altra considerazione può essere fatta sulla rilevazione della potenza di picco in SSB effettuata con un semplice condensatore invece che con degli amplificatori operazionali; un vero peccato perchè è già presente una presa di alimentazione a 12 V che purtroppo serve soltanto ad illuminare gli strumenti. 







  

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